Rincorsa al vertice. Atto II

La Roma a Napoli è andata a dettare la legge del più forte, senza mezzi termini, senza che il Napoli, vantaggio di Mexes, viziato da un millimetrico fuorigioco, anche se Cannavaro lo strattona per portarlo al di là, ecco che la reazione di Cannavaro era dettata soprattutto dalla sua furbata, reagisse in maniera degna di un club che fine a qualche mese fà sognava l’Europa dalla porta principale. La Roma è tornata bella, senza sbavature, con un calcio, l’estremo spettacolo ha dato spazio ad un calcio forte e quadrato, capace di colpire nei momenti opportuni e schiacciare qualsiasi ostico avversario. Spalletti ha forgiato la sua quarta Roma così, di tempra dura e con un’intelaiatura costruita su colonne ricoperta da un tetto dove stanno i condottieri. Mexes e Juan, roccie goleador, stanno rendendo la difesa granitica, una vera e propria roccaforte, Doni cosi sta tranquillo, le uniche conclusioni avversarie, sono per la platea, per far capire che il portiere è presente. Juan, lo possiamo scrivere a caratteri cubitali, ha migliorato la qualità della nostra difesa, Chivu è un lontanissimo ricordo, Pradè ha visto bene, i meriti alla società bisogna riconoscerli, Brighi e Taddei sono quelli che mettono in campo tutto ciò che Spalletti desidera, i due calciatori si sacrificano e mettono la loro generosità al servizio della Roma, Baptista e Vucinic, riescono a tenere lunga la squadra, lottano, saltano l’uomo con disinvoltura, i goal li sanno fare e tornano spesso ad aiutare il centrocampo. Pizarro, peccato per l’infortunio, stava facendo una grossissima gara, di altissimo livello tattico e tecnico, senza dubbio uno dei giocatori fondamentali per il gioco di Spalletti. Aquilani e Menez, hanno già da diverse gara dimostrato di voler scrivere pagine importanti nel libro della quarta Roma spallettiana, gli esterni sono in gamba e danno il loro contributo, oggi più che mai di copertura, mancano i capitani, Totti e De Rossi, i condottieri, erano una volta tre, ma una mancanza di stile e di rispetto verso tutti ha segnato il futuro in giallorosso del ex Christian Panucci, Totti in panca dà consigli ai compagni, si agita se qualche calciatore del Napoli fà il furbo, segue le sorti della sua Roma con grande spirito da Capitano. In campo Totti sà di essere degnamente sostituito da Daniele De Rossi, l’essenza del calcio della Roma, gioca ed incanta con una tranquillità di movimento da lode, il suo modo di stare in campo, di dettare i tempi, di imbeccare i compagni ma soprattutto di dare un grosso contributo in difesa, facendo diventare la linea arretrata della Roma una vera e propria roccaforte. Sui calci d’angolo avversari, De Rossi svetta sempre il primo di testa, sà prendere il tempo, superarlo è diventato un’impresa. Su questi elementi la Roma di Spalletti stà preparando il tema del suo nuovo film: "Rincorsa al Vertice, atto II", con un cast d’eccezione, che già alla sua prima uscita vuole sbancare i botteghini e piazzarsi verso i piani alti della classifica. Su questo non ci saranno smentite. La grande Roma è tornata ad entusiasmare.

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4 commenti su “Rincorsa al vertice. Atto II”

  1. la nostra coppia centrale è tra le più forti del mondo…ditemene una nettamente più forte…io non ne conosco di nettamente più forti…

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  2. non sono daccrdo con te, per me è stato un rimpianto la perdita di Chivu e non ci piove ma è stato rimpiazzato + che bene, per me la nostra difesa è la + forte de campionato (forse l’inter) levando il fenomeno Maicon che pur odiandolo non gli si può di niente :3: :27:

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  3. io nn discuto la coppia mexes-juan per carità mi piace un sacco ma sono uno di quelli che pensano (non è detto ke penso giusto) che chivu rimane uno dei pochi rimpianti degli ultimi 5 anni (certo è un mercenario e per questo nn me ne dispiace fino in fondo)

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