Appello su Facebook di una mamma: “Liberate Sofia!”

ROMA, 19 GEN – «Liberate Sofia!»: è l’appello rivolto da qualche centinaia di genitori di una scuola elementare di Potenza, la ’18 agosto 1860′, al Capo dello stato e al ministro della giustizia, per far tornare Sofia, 8 anni e mezzo, ora ospite in una struttura protetta, a casa. Lo stesso appello – indirizzato anche all’attenzione del Csm e del Tribunale per i diritti dell’uomo di Strasburgo – appare anche su Facebook. Questi i fatti: lunedì scorso 12 gennaio, su disposizione del Tribunale per i minorenni di Potenza, la polizia preleva da scuola (la stessa dove i genitori dei suoi compagni si sono mobilitati), senza avviso, la bambina e la conduce in un istituto di suore della città lucana. Sofia, al centro di un annoso contenzioso fra i genitori separati, viene così sottratta alla madre, fino ad allora genitore affidatario. Da subito la donna, Marilena Cammarota, protesta: afferma di non essere stata informata della decisione del tribunale e denuncia le modalità con cui è stata eseguita l’ordinanza del tribunale datata 28 novembre 2008. «Dalla mattina del 12 gennaio – dicono i sostenitori di ‘Liberate Sofia!’ – la bambina non può vedere nè sentire il padre e la madre, le amichette e nessun altro componente della famiglia e della sua vita affettiva. È una reclusa». Sofia, secondo quanto afferma la mamma, va a scuola ma segue orari diversi: «entra più tardi, esce prima. Conduce una vita da diversa. E non sta bene. Venerdì scorso un medico l’ha vista, ha detto che è depressa. A mia madre, che l’ha vista, ha chiesto, ‘cosa ho fatto?»’. «La struttura in cui si trova è buona, sono certa – prosegue Cammarota – che dal punto di vista fisico non le manchi nulla ma non capisce perchè è lì». La nonna di Sofia ha chiesto l’affidamento della piccola. Il Tribunale dovrà esprimersi. «Se la richiesta sarà accolta – assicura la mamma – io mi atterrò alle indicazioni del tribunale, non mi avvicinerò alla bambina. Ma chiedo che torni a casa, che non resti in una struttura che non è la sua casa dove sta senza capire il perchè. Non credo serva questo accanimento contro di lei».

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