Daniele De Rossi nel post partita di Roma-Atalanta 0-2

Per Daniele De Rossi la Roma dopo la sconfitta con l’Atalanta deve mettersi sotto a lavorare e mettere la testa rivolta già alle prossime gare. Il centrocampista, oggi capitano nella sconfitta interna contro l’Atalanta all’Olimpico, guarda il bicchiere mezzo pieno sostenendo che per non buttare quanto di buono fatto a inizio stagione lui e i compagni di squadra devono guardare alle 24 gare che mancano alla fine del campionato e che nulla è quindi è ancora perduto.

“Oggi l’unica cosa che possiamo fare è continuare a lavorare e guardare avanti” ha affermato De Rossi dopo il match. “Se guardiamo oggi la situazione è ovviamente negativa, ma soffermandoci solo sul presente magari non vediamo quanto di buono fatto finora in questo inizio di anno. Mettiamo la testa ai prossimi impegni: mancano 24 partite alla fine del campionato ed è ancora tutto in ballo“.

È il momento più basso della gestione Garcia?

“Non credo. Prima di queste due ultime gare di campionato abbiamo mostrato di saper fare anche un bel calcio. Come momento negativo penso che forse è stato peggio lo scorso anno quando abbiamo pareggiato tante gare di fila non riuscendo a vincere quasi mai in tre mesi. Comunque anche ora non è un bel momento. Dobbiamo riflettere sule nostre prestazioni ma, ripeto, ora non possiamo fare altro che guardare alle prossime gare, perché questo è quello che conta al momento”.

Perché si è fermato il processo di crescita che si stava vedendo fino a qualche settimana fa?

“L’ultima gara qui in casa era stato il derby, dove avevamo giocato bene e anche in maniera battagliera. Quest’ultima invece è stata una settimana particolare. Spero non centri nulla con oggi il risultato di Barcellona e che non ci abbia quindi lasciato un trambusto in testa. Analizzare la partita adesso e davanti alle telecamere non è produttivo. Bisogna invece pensare a quello che possiamo fare nelle prossime gare, ricominciando a lavorare tutti uniti, perché
lo scorso anno siamo riusciti a conquistare il secondo posto a fine stagione proprio unendoci di più. Ed è proprio questo quello che dobbiamo fare anche ora”.

Di chi è la colpa, solo dell’allenatore o anche di voi giocatori?

“Nessun giocatore al mondo davanti alle telecamere direbbe che la colpa è solo del mister. A parte questa premessa io credo veramente che la Roma sotto la gestione di Garcia ha anche dimostrato di saper fare un buon calcio, nei vari anni. Del resto lo abbiamo dimostrato fino a poche gare fa. Nonostante ci sia da migliorare a livello tattico, difensivo e di costruzione, ora bisogna restare uniti. Se ci sfaldiamo cercando degli alibi o un capro espiatorio facciamo un errore, rischiando di ricadere in una situazione poco produttiva come quella vissuta da gennaio a marzo della passata stagione“.

Sentite una pressione diversa quest’anno rispetto allo scorso?

“Sinceramente eravamo già convinti dalla passata stagione di avere una rosa molto forte e capace di vincere. Invece la Roma si era rivelata molto meno forte della Juventus, anche mentalmente, altrimenti non avremmo passato tutto quel periodo pareggiando spesso e vincendo poco. Quest’anno, come detto, secondo me come punti e come modo di giocare stiamo facendo meglio, anche se stiamo subendo troppi gol. Veniamo poi dalle ultime due gare in campionato che invece ci hanno molto frenato sotto il punto di vista della classifica punti e delle prestazioni”.

Oggi vi hanno fischiato molto: cosa è cambiato nel rapporto con la gente rispetto ad un anno fa quando invece vi applaudirono anche dopo la pesante sconfitta interna col Bayern?

“Ci sono stati quei 3-4 mesi dell’anno scorso, che sono ancora freschi nella memoria dei tifosi, in cui non abbiamo giocato e guardavamo alla Juve, accorgendosi quasi troppo tardi che dietro di noi stavano arrivando sia il Napoli che la Lazio ad insidiare il secondo posto, che poi abbiamo difeso compattandoci nello sprint finale di stagione. Negli occhi dei tifosi, quindi, rispetto a un anno fa c’è anche questo e quindi un po’ di stanchezza in più. A dire il vero anche a Barcellona i tifosi hanno cantato fino alla fine, ovviamente non ci hanno applaudito anche perché sarebbe stato paradossale, ma ci hanno sostenuto con i cori per tutta la partita. E sono sicuro che quei tifosi non ci abbandoneranno, già a partire da Torino”.

Photo Credits | Getty Images

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