Antonello Venditti intervistato da Il Romanista

L’edizione odierna del quotidiano Il Romanista riporta una intervista al cantautore e tifoso giallorosso Antonello Venditti. Ecco riportato un sunto delle sue parole:

SU ZEMAN:

Lo sento parlare e mi convince. Perchè tutto ciò che dice è razionale e fondato sui numeri. Non capisco perchè la Roma abbia a volte dei comportamenti così irrazionali.  Sento fare dichiarazioni che lo sono all’ennesima potenza. Come se fossimo finiti tutti su una nuvola, che prima era legata al sogno e ora solo alla confusione, mentale. E’ come se galleggiassimo, senza sapere dove questa situazione potrà portarci. E mi fa rabbia, perché se penso che nel derby, ad esempio, una partita giocata obiettivamente male dalla Roma, si è comunque andati ad un passo dal pareggio allo scadere.

SUI PROBLEMI DELLA ROMA:

C’è sicuramente un problema nervoso, direi di fragilità psicologica. Che in questa squadra è spesso superiore alla norma. Ciò è anche dovuto al fatto che spesso si mettono sotto accusa i singoli. Ed è invece sbagliato farlo. Si danno colpe a Piris, a Tachtsidis, a Balzaretti. O a Goichochea, per quell’errore sul gol di Candreva. Ma quanti sono i giocatori che non fanno errori? Li fa anche Buffon. Torno su Piris, che ho visto spesso anche prima della Roma e mi è piaciuto. Spesso ciò che gli viene attribuito come colpa è dovuto ad errori di altri. Perché, in generale, gli errori individuali, pur così frequenti, sono frutto di sbandamenti collettivi, di squadra. Ripeto: siamo troppo “lunghi”. E la difesa non dovrebbe mai trovarsi nella condizione dell’uno contro uno, a metà campo. Perché qualcuno avrebbe già dovuto prendere la palla, ma evidentemente ha fatto male il pressing. E se si crea la “terra di nessuno”, arretrando, è perché non si trova il coraggio di andare in anticipo e in avanti. Fidandosi del movimento dei propri compagni. E se ciò non riesce, è perché per molti di loro è un modo di giocare innaturale, diverso da come si era abituati fino ad oggi.

SU TOTTI ED IL RAPPOTO CO ZEMAN:

Francesco a volte è costretto a reinterpretare il gioco di Zeman a suo modo, poichè la Roma si trova scoperta a volte, e da fuoriclasse qual è, lo fa ovviamente bene. Ma a volte, anche lui va fuori schema. Succede quando vede che lo schema non c’è. E allora, si mette al servizio della squadra e fa lui quello che gli altri non fanno. Dobbiamo ringraziarlo per questo, anche se il gioco non è più di Zeman ma di Zeman più Totti.

Photo Credits | Getty Images

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