Per Vierchowod la Roma deve vincere

Pietro Vierchowod è stato intervistato da Il Romanista, l’ex difensore ha militato sia nella Roma sia nella Juventus, con i giallorossi conquistò lo scudetto nell’unico anno di permanenza nella capitale  e a Torino giocò nella stagione 95-96, dove conquistò la Champions League contro l’Ajax ai rigori.

Come arrivano le due squadre a questa sfida?

“La Juventus certamente nel migliore dei modi. Perché credo che nessuno, all’inizio dell’anno, potesse pronosticarla già in cima alla classifica in questo periodo. Ha avuto anche un po’ di fortuna, ma è comunque una squadra che ha dimostrato di poter essere lì, insieme al Milan. Credo anzi che sarà l’unica squadra che contenderà fino all’ultimo lo scudetto ai rossoneri. Perché guardando le altre – penso all’Inter, al Napoli, o anche alla stessa Roma, che pensavo potesse fare molto di più – mi sembra che siano tutte venute a mancare. E allora, mi sembra che l’unica alternativa al Milan sia proprio la Juve. In questo momento sta giocando bene, ha forza fisica e, anche se bisognerà vedere come evolverà il campionato, credo che meriti il primato che – punto più, punto meno – ha ora in classifica”.

E la Roma?

“Luis Enrique ha trovato qualche difficoltà, arrivando da un altro campionato. Perché immedesimarsi nel nostro, che sarà forse meno tecnico ma è certamente molto più tattico, non è mai facile e qualche problema lo crea sempre. Lui ha una squadra giovane, con buoni talenti, ma in cui far andare d’accordo tutti non è cosa semplice. I grandi allenatori ci riescono, mentre quelli che hanno meno esperienza, come lui, incontrano qualche ostacolo in più. Anche Antonio Conte aveva una relativa esperienza in serie A. Fatta eccezione per una dozzina di partite con l’Atalanta, due anni fa, per il resto si è sempre mosso in B. Però ha vinto per ben due volte, portando sia il Bari che il Siena in A. E comunque, sempre in Italia. Senza contare che, relativamente alla Juventus, ne conosceva bene l’ambiente, più di quanto Luis Enrique potesse conoscere quello romano. E questo marca comunque una differenza. Ritrovatosi in un campionato non suo, e magari anche poco aiutato, Enrique può aver incontrato qualche difficoltà. Ne è un segnale, secondo me, il nervosismo di questa squadra. Così come lo sono i litigi all’interno dello spogliatoio. Io ricordo bene Nils Liedholm, che era uno che ti lasciava in pace, ma se notava di queste cose, veniva lì e ti prendeva per un orecchio. Facendoti capire come ci si doveva comportare.Tornando alla sfida, la Juve ci arriva quindi con tutti i favori, compreso il turno passato in coppa Italia. La Roma dopo una settimana di polemiche, e le ultime due partite, a Udine e a Firenze, non andate bene“.

Diverse, quest’anno, anche le due campagne acquisti
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“I tanti anni di carriera, sia da giocatore sia da allenatore, mi hanno insegnato che la squadra per vincere si costruisce con il giusto mix di giovani, meno giovani e anziani. Dove i primi danno la forza e gli altri ci mettono l’esperienza. Anche la mia Roma dell’82/83 era composta da giocatori più in là negli anni e altri meno esperti. Tantissimi giovani in campo ti danno l’entusiasmo che può farti vincere alcune partite, ma raramente, da quello che ho visto, uno scudetto”.

Subito magari no. Ma nel medio termine, forse…

“A quel punto, però, non sono più giovani. E a Roma, comunque, è sempre difficile. Se in vent’anni si sono vinti solo due scudetti, qualcosa vorrà pur dirlo. Forse, anche se dispiace ammetterlo, Roma ha bisogno di un polso, se non più duro, certamente più fermo. E si tratta di capire se Luis Enrique potrà averlo”.

Quanto a Roma-Juve, un pronostico a senso unico?

“Questo no. La Juventus è certamente favorita, perché imbattuta e prima in classifica, ma è anche vero che se la Roma vuol dare una svolta al proprio campionato, deve vincere questa partita. Soprattutto, in casa deve dimostrare che è in ripresa. Perché se così non fosse, si rischia di vederla fare una stagione brutta, con i litigi che potrebbero ripetersi, come sempre accade quando i risultati non arrivano e il malumore della squadra si esprime anche in questi modi. Una partita decisiva quindi per la Roma. Non certo per la Juventus”.

Photo Credits | Getty Images

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