Mondiale: De Rossi «Ci manca qualità nell’ultima parte del campo».

Rassegna Stampa – Il Messaggero – L’analisi di Daniele De Rossi, premiato dalla giuria internazionale come man of the match, non fa una piega.

«Paura di non farcela a passare il turno? Beh, io dico che prima o poi una partita dovremo vincerla, altrimenti si fa dura… Ripeto quanto detto l’altro giorno: se dovessimo uscire al primo turno, sarebbe un fallimento assoluto. Ma io, in questo momento, difendo tutti i miei compagni e il mister che ci ha portato qui. E, ad esser sincero, io non me la sento di criticare l’Italia per come ha giocato le prime due partite: non abbiamo ancora vinto, ma non abbiamo mai perso. Certo, un pari con la Nuova Zelanda non è da Italia… E’ vero che abbiamo subìto gol solo da palle inattive -e sotto questo aspetto dobbiamo interrogarci e migliorare- ma è giusto sottolineare anche che noi abbiamo sempre segnato su azioni da fermo. Questo sta a significare che c’è ancora qualcosa che non va. Fosse vero il contrario, del resto, non staremmo qui a fare questi discorsi», il suo virgolettato. «Ci manca qualità nell’ultima parte del campo, lo sapete».

E ancora. «E’ arrivato il momento di mantenere la testa ben piantata sulle spalle e comportarsi di conseguenza in vista della prossima partita, che sarà decisiva. Non nego, però, che io sia più sorpreso che deluso per non aver ancora vinto. Sono stato fra quelli che hanno sempre detto che il girone non era così facile come qualcuno continuava a sostenere, ma non avrei mai immaginato che dopo due partite saremmo stati ancora a secco. Al mondiale non esistono più squadre deboli: se avessimo incontrato la Nuova Zelanda dieci anni fa, probabilmente avremmo vinto di goleada, ma il calcio è cambiato. Questa non vuole essere una giustificazione, è la realtà e basta».

E il rigore? «Sono stato trattenuto e sono finito a terra. Non l’ho ancora rivisto, ma mi sembra che c’era. Non ho fatto in tempo a chiedere a Iaquinta se voleva tirarlo lui, perchè Vincenzo aveva già preso in mano il pallone…». Ecco Marchisio, poi. Per lo juventino un’altra prova no. «Paura di essere eliminati? Un po’ sì, perchè la situazione non è bella. Adesso dovremo assolutamente battere la Slovacchia: a me fare calcoli non interessa. Dovremo giocare per vincere e basta, per andare avanti. Stavolta, di fatto, non abbiamo giocato come ci aveva chiesto Lippi: poche le palle filtranti, troppi i palloni alti sui quali i difensori della Nuova Zelanda hanno avuto vita facile. I cambi del secondo tempo dovevano portare più manovra palla a terra e a me sembra che la pressione dell’Italia ci sia stata. Solo che di fronte avevamo un vero e proprio muro, tanto è vero che nell’ultima parte di gara la Nuova Zelanda non aveva più un attaccante vero e proprio ma attaccanti che facevano i difensori».

Parola a Montolivo, quindi. Per lui una prestazione nettamente sufficiente. «Paura? No, consapevolezza della situazione. Sappiamo come stanno le cose e quello che dovremo fare contro la Slovacchia. Immagino che se in Nuova Zelanda è festa nazionale, in Italia ci sarà grande delusione: la capisco, perchè anche noi siamo delusi. Abbiamo costruito molto, abbiamo tenuto sempre noi il pallino del gioco ma ci è mancata l’imbucata giusta per far male alla loro difesa»Chiellini, infine. «Per nostre caratteristiche, andiamo meglio quando possiamo attaccare in contropiede o con un gioco di rimessa piuttosto che contro una difesa schierata, tipo quella della Nuova Zelanda». Traduzione: tutta colpa loro. Possibile?

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