Si vota la delibera per fermare lo Stadio

Dopo il pastrocchio del IX Municipio, ora si fa sul serio: la proposta di delibera Grancio/Fassina che prevede l’annullamento in autotutela della delibera Raggi sul pubblico interesse alla costruzione dello Stadio della Roma, inizia l’iter nelle varie commissioni consiliari. Si parte oggi, alle 10.30, con la Commissione Sport dove, almeno su carta, i grillini sono 7 contro 5 consiglieri di opposizione. In un Paese normale non ci sarebbe storia e la proposta di delibera avanzata dalla consigliera ex 5Stelle oggi Gruppo Misto, Cristina Grancio, e da Stefano Fassina, Sinistra X Roma, verrebbe semplicemente ritenuta improcedibile. Ma i 5 Stelle hanno già  dimostrato proprio nel Municipio di essere incapaci di prendere una decisione e di preferire alla responsabilità  della decisione, una pilatesca astensione per salvaguardare l’unità  di facciata del Movimento.

E in Commissione Sport ci sono almeno due consiglieri grillini che potrebbero spostare gli equilibri: Gemma Guerrini, da sempre contraria, e Carlo Maria Chiossi, che, prendendo il posto di Marcello De Vito, si é schernito sul tema ribadendo la sua “fede” calcistica laziale. Oggi, quindi, si avrà  un primo assaggio della reale capacità  di Virginia Raggi di tenere unita e coesa la sua maggioranza. Alcuni giorni fa, in una riunione con tutti gli eletti grillini, l’Avvocatura comunale ha definita come tecnicamente sbagliata la delibera Grancio/Fassina: non si puಠprocedere con l’annullamento in autotutela, poichà© sono scaduti i termini di legge e pi๠che rischio sarebbe certo l’annullamento da parte del Tar. Semmai, ma occorrerebbero motivazioni di ferro, occorrerebbe una delibera di revoca, strumento giuridico diverso dall’annullamento.

Da un punto di vista di sostanza, la proposta di delibera Grancio/Fassina contiene una serie di errori interpretativi delle norme. Si parte con la questione dell’approvazione della variante urbanistica nella «prima seduta utile» che non é, come vorrebbero Grancio e Fassina, la prima in ordine temporale ma la prima dopo che si siano compiute le operazioni di pubblicazione degli atti di variante. Si prosegue con la querelle sull’adeguamento delle tavole progettuali che Grancio e Fassina vorrebbero fatte prima del voto sulla variante e che, invece, avverà  dopo per evitare un aggravio della procedura. Ancora: la questione della società  sportiva utilizzatrice dell’impianto, tema
tanto caro alla Grancio: nella Convenzione con il Comune sarà  obbligatoriamente inserito il contratto trentennale registrato comprese le fidejussioni a garanzia. Quarto punto: il presunto rischio idrogeologico.

L’Autorità  di Bacino del Tevere ha sancito che la deperimetrazione delle aree (l’eliminazione del vincolo, ndr) avverà  solo dopo la conclusione delle opere di messa in sicurezza idraulica. Non bastasse, il Comune ha vincolato all’ok dell’Autorità  di bacinoil rilascio del certificato di agibilità . Altro tema: la scelta dell’area. Che alla Grancio e Fassina non piace ma la legge prevede che sia il privato a scegliere. Cosa fatta comunque con due avvisi pubblici sui quotidiani, il 19 e il 23 aprile 2012. Penultimo tema: il calcolo economico delle opere pubbliche che, contrariamente a quanto scritto nella proposta di delibera, é stato effettuato dal Dipartimento Lavori pubblici del Comune. Ultima questione: la procedura di evidenza pubblica che la Grancio vorrebbe ma che, trattandosi di intervento su area privata, non é previsto dalla legge.

(Il Tempo, F. Magliaro)

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