Di Francesco: “Questa Roma non é ancora grande”

Mentre Jim Pallotta da Boston non capisce ed é sempre pi๠dubbioso sulle sorti della Roma, Eusebio Di Francesco da Udine é avvelenato. Ce l’ha con le soste, con la Champions, con gli attaccanti, con i difensori. Il messaggio é chiaro: cosa non si va da nessuna parte. Dice che là  davanti si poteva fare meglio e dietro ci voleva pi๠attenzione, «perchà© non si puಠprendere gol da un fallo laterale, concedendo all’Udinese di arrivare in porta con mezzo passaggio». Gli attaccanti, tutti, sembrano svuotati, incapaci di creare. Ma sullo sfondo si notano evidenti difficoltà  di gioco e che alla prima difficoltà  la squadra va in bambola, questo fa preoccupare casa Boston.

COSA NON E’ – La Roma non é una squadra affascinante, si appiattisce su se stessa, sulle sue debolezze. Non ha carattere, non ha appetito. La cappa della Champions si fa sentire, tutti la vogliono giocare e i big la devono giocare: e alla fine le scelte per Udine si sono rivelate quantomeno incaute. «Sono avvelenato, meno male che le soste sono finite per ora. La Champions incide, é vero», sbotta DiFra. Che non sa pi๠da dove ricominciare. «E’ mancata la voglia di vincere la partita. Non abbiamo sfruttato al meglio le opportunità  e siamo qui a leccarci le ferite. Stavamo facendo cose importanti ad eccezione degli ultimi metri».

La Roma ha la palla, tira ma non prende mai il pupazzetto del lunapark. «Dovevamo avere maggiore cattiveria e determinazione, quella che hanno avuto loro, ma a me non piace giocare con otto difensori e due attaccanti, io vado avanti con i miei principi, che stavolta non hanno pagato. Il rigore? La colpa é solo nostra che non siamo riusciti a vincere». Il finale é accorato. «Una squadra é fatta da individui e dai loro errori individuali. Non siamo contenti dei punti che abbiamo. Noi non siamo ancora una grande squadra. Perchà© ho fatto riposare Dzeko? Perchà© é stanco, mi ha chiesto lui di fermarsi e poi dovevo approfittare del momento buono di Schick. Adesso mi dite che dovevo fare il contrario? Chiacchiere da bar».

INCRIMINATI – Tra le individualità  che si sono perse tra i loro doveri c’é El Shaarawy. «Cosa non va, soprattutto per le occasioni create e non concretizzate. Ci é mancata la conclusione e la lucidità  sotto porta, con un gol tutto sarebbe diventato pi๠semplice. Il gioco c’é stato, cosa come l’impegno, dovevamo essere solo pi๠cattivi sotto porta. La Roma con il Real? Rivedremo la squadra vista in Champions, convinti di ripartire», l’analisi pacata di Stephan da Udine, pure lui.

(Il Messaggero, A. Angeloni)

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