Quel filo rosso che collega Roma e Svezia

Nella sua stanza dell’hotel di Buenos Aires (“Il gaucho”), Vittorio Gassman chiede al fattorino: «Che sei svedese?»: solo perchà© era biondo. C’é poco da fare: a Roma biondo fa svedese. Quando lo chiamarono a interpretare il ruolo di Arne Selmonsson nel film La padrona di Raggio di Luna, l’attore italo-americano Robert Alda fu costretto a tingersi i capelli e una volta ottenuto ciಠche desiderava il regista Eros Macchi disse: «Che mascherata!». Svezia uguale capelli biondi. Ma non alla Borg: corti. Per arrivare al nuovo portiere svedese della Roma Robin Olsen possiamo partire dai punti pi๠disparati: Svezia e Roma sono collegate da robuste corde emotive. Lo svedese pi๠flemmatico é stato Nils Liedholm, quella pi๠inzuppata Anita Ekberg, il pi๠misterioso Martin Dahlin, uno degli attaccanti pi๠goffi mai visti.

Quando c’é di mezzo la Roma se parli Svezia parli soprattutto del Barone, l’artefice dello scudetto dell’83. Cosa c’é di pi๠potente e di pi๠suggestivo, cosa ispira di pi๠al bel gioco dell’italiano dalla calata svedese con cui Nils Liedholm insegnava pallone e argomentava di tutto, che Nela era «…non velosce, rappido…», che Strukelj aveva sublimi qualità  nascoste e che se avesse giocato sulla linea del fallo laterale Roberto Scarnecchia avrebbe cambiato la storia del calcio? Almeno in parte, la Svezia de noantri fu replicata dal suo successore Sven Goran Eriksson, parlata pi๠chiusa, pi๠chiuso lui in assoluto, ma altrettanto abile nell’assemblare una squadra da scudetto, quasi vinto nell’86 se non fosse stato per quella buca chiamata Lecce. Svezia da ricordare anche quella dei primordi del calcio del Dopoguerra. I primi svedesi a vestire in giallorosso furono Sune Andersson, Stig Sundqvist e Knut Nordahl, il fratello difensore del pi๠celebre centravanti Gunnar (che sarebbe arrivato pi๠tardi dopo i fasti milanisti). I tre furono acquistati a pacchetto nell’estate 1950, una delle tante estati in cui i sogni di ripresa del paese siconfondevano ancora con le tracce della guerra.

Il trittico scandinavo riusca nell’impresa di condurre la Roma alla sua prima e unica retrocessione in serie B. Sundqvist si sarebbe pi๠avanti fregiato di un altro triste primato: nel marzo del ‘53 divenne il primo calciatore a rompersi i legamenti del ginocchio. All’epoca non esisteva alcun rimedio chirurgico e Stig abbandonಠil calcio. Il pi๠famoso dei Nordahl arrivಠa Roma poco dopo. Era un “pompiere” avanti con gli anni e largamente su di peso. Onesto perà²: firmಠun contratto a gettone e quando oltrepassಠi confini dell’accordo giocಠgratis. Arne Selmonsson, Raggio di Luna, scosse l’ambiente perchà© proveniva dalla Lazio. In realtà  il presidente Siliato lo aveva già  venduto all’Inter qualche stagione prima. Fu obbligato a stracciare l’accordo perchà© i tifosi scesero in piazza.

Tre anni dopo, in crisi finanziaria, la Lazio lo cedette alla Roma per 135 milioni. E a quel punto la piazza non pot੠pi๠nulla. Troppi soldi. Rassegnati ma non del tutto, alcuni tifosi biancocelesti si scontrarono con la polizia, altri, ancora pi๠disperati, raggiunsero il calciatore in vacanza per convincerlo a non accettare. Nonostante le distrazioni mediatiche (il film a lui ispirato) e i guai emotivi provocati soprattutto sulla sponda biancoceleste, per la Roma Selmonsson fu un affare. Alla sua prima stagione segnಠin entrambi i derby. Il suo primo gol da giallorosso in un derby rimase nella storia: fu il primo calciatore a non festeggiare per rispetto ai suoi vecchi tifosi. La Svezia in giallorosso riapparve in panchina con Liedholm a inizio anni Settanta. Quindi Eriksson, Jonas Thern e Martin Dahlin, che quando si presentಠpesava probabilmente pi๠di Nordahl. Infine Wilhelmsson. Olsen deve solo scegliere da che parte stare: Anita Ekberg o Knut Nordahl?

(La Repubblica, E. Sisti)

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