Strootman in difficoltà , pronto Pellegrini

Gazzetta dello Sport, D. Stoppini – A. Pugliese

Digiti Strootman sui siti specializzati di football e ti accorgi che per l’Europa – in Germania per l’esattezza – oltre a Kevin ne gira un altro. Si chiama Felix e allora ti viene il sospetto che possa esserci stato uno sciagurato – per la Roma, ovvio – scambio di persona. Perchà© da queste parti lo Strootman vero non si vede pi๠da un po’. E non é neppure giusto far risalire paragoni antipatici con il giocatore pre-infortunio. Il centrocampista che Di Francesco non ha mai avuto é quello che invece s’é goduto Spalletti la scorsa stagione. àˆ quello il Kevin che ora manca alla Roma, che a maggio spinse la società  a rinnovargli fino al 2022 il contratto, facendo tremare per la presenza di una clausola rescissoria da 45 milioni di euro. Ora il pensiero di un addio non spaventa pià¹, neppure di fronte a nuove voci che accostano ancora il nome della Juventus all’olandese, in ottica giugno.

IL CALO IN NUMERI – Non é questo il tema, adesso. La Roma e il suo allenatore hanno il problema di provare a far correre a pieni giri un motore che cammina la metà , in termini di prestazioni e risultati. Non sono solo sensazioni, che pure la prova di Torino di 4 giorni fa hanno trasmesso in maniera chiara. Qui ci sono i numeri a dimostrare la crisi tecnica, l’involuzione del centrocampista. Lo Strootman di oggi gioca meno e meno bene rispetto alle prime 17 giornate disputate (tante ne vanno prese in considerazione, avendo la Roma un match da recuperare) dello scorso campionato: 1.018 minuti con DiFra, 1.249 con Spalletti. Ma é soprattutto cosa c’é dentro quei minuti a spaventare. Oggi Strootman é un centrocampista nella media, assolutamente nei parametri medi del campionato, ma lontano dal rendimento 2016-17. Un anno fa, per dire, vinceva 2 contrasti a partita, ora siamo a quota 0,86. E ancora: 2 palloni intercettati di media a partita, oggi diventati 0.43, meno di un quarto. Strootman é persino un centrocampista meno pericoloso: con Spalletti creava 1,07 occasioni a match, con DiFra 0,57. Gioca decisamente pi๠corto rispetto al passato (59 passaggi lunghi contro i 31 attuali) ma nonostante il coefficiente di difficoltà  inferiore ha abbassato il numero di passaggi positivi realizzati (37,36 di media a gara contro i 48 di un anno fa). E poi meno sponde, meno passaggi filtranti (solo uno in tutta questa stagione andato a buon fine): in fondo, che abbia segnato solo un gol rispetto ai due dello scorso torneo é il dato che preoccupa di meno.

ECCO LOLLO – Va trovato un rimedio al pi๠presto. O, in alternativa, va trovata una strada differente. A Torino, pur senza brillare ma con il solo ingresso in campo, Pellegrini ha regalato vivacità  e dinamismo alla manovra di Di Francesco. Ed é ragionevole pensare che sabato con il Sassuolo il tecnico riprenda il discorso dal minuto 90 dell’Allianz Stadium. Perchà© la Roma, ora, non puಠpermettersi di aspettare niente e nessuno. Neppure che Felix torni in Germania e a Trigoria si riaffacci il vero Kevin (Strootman).

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