Coppola: “Io giocatore-ultr? della Roma”

Manuel CoppolaManuel Coppola, ovvero come passare dalla Curva Sud al campo. Romano del Quadraro, romanista dalla nascita, il centrocampista del Genoa sabato si troverà di fronte la squadra del suo cuore. Quella che ha seguito tante volte in casa e in trasferta, fino a pochi anni fa. «Finché ho potuto sono andato allo stadio, avevo l’abbonamento in Curva Sud verso la fine degli anni ’90. Purtroppo dal punto di vista delle vittorie quella Roma non mi ha regalato molte soddisfazioni. L’ultimo anno che ho avuto l’abbonamento era la Roma di Zeman, faceva divertire. E poi la Curva era uno spettacolo…».
Seguivi la squadra anche in trasferta?
«Quando posso ci vado ancora, l’ultima trasferta l’ho fatta un paio di anni fa, quando giocavo nella Salernitana. Era la stagione dei quattro allenatori…».
Spalletti pochi giorni fa ha detto che conosce i ragazzi della curva e che da loro si può imparare molto.
«Sono d’accordo con Spalletti. Mi ci ritrovo nelle sue parole. Io in curva ci sono cresciuto, insieme ai miei amici del Quadraro. Avevamo un gruppo che si chiamava "I Caparbi", eravamo sistemati nella parte della Sud che confina con la Montemario, non so se esiste ancora perché purtroppo allo stadio non posso più andarci».
Li senti ancora i tuoi ex compagni di curva?
«Li sento sempre e quando sono a Roma ci vediamo. Mi tengono aggiornato su quello che succede dentro lo stadio, loro ci vanno sempre».
Ti è mai capitato di trovarti coinvolto in incidenti?
«In trasferta qualche volta qualcosa è successo. Mai niente di grave, al massimo qualche lacrimogeno…. Però se uno vuole evita».
Cosa pensi di quello che è successo dopo l’uccisione di Gabriele Sandri?
«Mi dispiace molto, soprattutto perché secondo me tante cose si potevano evitare».
In che modo?
«Innanzitutto spiegando fin da subito quello che era successo. Invece alle 3 del pomeriggio ancora non era stata fatta chiarezza su un fatto accaduto alle 9 di mattina. La cosa che mi è dispiaciuta di più è che tutta l’attenzione dell’opinione pubblica si è concentrata sulla reazione dei tifosi e non si è dato il giusto risalto alla causa che ha scatenato tutto. E cioè che un poliziotto ha sparato ad altezza d’uomo in un autogrill».
Però la reazione dei tifosi è stata violenta.
«C’è modo e modo per reagire a un fatto come l’uccisione di Gabriele Sandri, e sicuramente quelli che hanno devastato gli stadi e le città hanno sbagliato, ma non bisogna perdere di vista la causa di tutto questo. E non sono gli ultrà, ma chi ha sparato e chi non ha fatto subito chiarezza sull’episodio facendo passare un’immagine sbagliata dell’accaduto».
È giusto vietare le trasferte?
«Assolutamente no, non è giusto penalizzare le tifoserie. E’ un peccato giocare Genoa-Roma senza tifosi sugli spalti, perché oltre a noi giocatori in campo sono loro il vero spettacolo. La tifoseria genoana è una delle migliori in Italia, come modo di tifare somiglia molto a quella della Roma e a quella del Toro. Sono queste le tre tifoserie più belle…».
La scorsa estate il tuo nome è stato accostato alla Roma…
«Sarebbe fantastico, il massimo per me. Scendere in campo all’Olimpico e sentire l’inno della Roma…Se mi chiamassero non ci penserei nemmeno mezza volta».

Da IlRomanista

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