Seydou Keita intervistato da France Football

Seydou Keita ha parlato a France Football del suo momento alla Roma. Ecco le sue parole:

“In Italia mi chiamano il professore ma è come se scoprissero solo ora che ho fatto parte della miglior squadra della storia del mondo. Il nostro spogliatoio è davvero affiatato”.

SULLA FORMA FISICA

“Corro ancora una dozzina di chilometri al giorno ed ho sempre fatto vita sana: non fumo, non bevo”.

SULLA ROMA

“La Roma mi voleva da tempo e mi offriva un anno di contratto ed uno in opzione. Ho preferito firmare per una sola stagione perchè so non giocherò tutte le partite. Giocare è la conseguenza del lavoro quotidiano. Il mister sceglie i migliori e penso di farne parte”.

SULLA FASCIA DA CAPITANO

“Garcia sa come lavoro e ne sono fiero, i compagni si fidano ed è una cosa essenziale”.

SULL’AMBIENTE IN ITALIA

“Sono più fanatici che in Spagna. A Barcellona il clima era molto più calmo, a Roma non posso neanche respirare. Non mi fanno mai pagare il conto quando mi riconoscono al ristorante. La cosa non mi infastidisce anche se sono un tipo tranquillo, riservato. Molti affermano che la musica cambierà quando la squadra va male ma non credo possano impedire alle persone di amare il loro team. Adesso dal calcio non mi aspetto più nulla o quasi, non ho più vent’anni”.

SU GARCIA

“E’ un mister piacevole e carismatico, ascolta molto evitando di trattare i più anziani come ragazzini. Sa come parlare a giocatori del calibro di Totti”.

SU TOTTI

“Ha ancora l’anima del ragazzino che scherza con tutti e non è un capitano che urla e strepita. A 38 anni fa cose eccezionali, mi piacerebbe poter fare lo stesso”.

SU WHATSAPP

“Abbiamo un gruppo unito, comunichiamo molto anche con WhatsApp, restiamo in sempre in contatto solo per ricordarci gli orari degli allenamenti. Ci ritroviamo spesso a tavola”.

SU PALLOTTA

“E’ molto vicino alla squadra quando non è negli USA, è un grande presidente abituato al ruolo. Dopo la partita con la Juve ci ha fatto capire che non serviva a nulla fare polemica ma ci ha spronato a pensare alle sfide successive”.

Photo Credits | Getty Images

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