Mangia, “La Roma gioca un buon calcio grazie a Garcia, ma è anche cinica. Florenzi sa sempre cosa fare in campo”

Devis Mangia, ex c.t. della Nazionale Under 21 vice campione d’Europa, ospite della terza puntata di “Football Station”, la nuova rubrica settimanale di approfondimento sul calcio internazionale condotta da Leo Di Bello, in onda su Fox Sports (canale 382 di Mediaset Premium e, in HD, sul canale 205 di Sky) ogni lunedì dalle ore 20.00 alle ore 21.00. Qui di seguito un estratto delle sue dichiarazioni:

Su Alessandro Florenzi e la Roma: “Florenzi è un ragazzo molto intelligente. Ha preso qualcosa da tutti gli allenatori che ha avuto finora in carriera. Ha una grande intelligenza tattica, in campo sa sempre cosa fare. Ha grandissimi tempi di inserimento, adesso gioca nello stesso ruolo che ricopre in Nazionale. Grazie a Rudi Garcia la Roma sta giocando di squadra e i risultati l’aiutano ad aumentare la sua autostima. I giallorossi giocano un buon calcio, li ho visti giocare sabato contro l’Inter. Oltre ad avere giocatori di qualità la Roma è anche pratica e cinica. Per me la Juventus è sempre un po’ davanti, ma Roma e Napoli se la possono giocare“”.

Sul Milan: “L’avvio di campionato della squadra rossonera è simile all’anno scorso. Questa volta però ci sono avversarie parecchio attrezzate, sarà difficile per Allegri recuperare il terreno perduto. Comunque sia il Milan ha un parco attaccanti di primissima qualita‘”.

Sulla Juventus: “La squadra bianconera non ha ancora perso una partita, tra campionato e Champions. La squadra ricerca sempre la perfezione, e questo spiega perché ha vinto negli ultimi anni e continua ancora a vincere. La Juve non sta ancora benissimo, ha ancora margini di crescita. Fossi in Conte in attacco punterei sulla coppia composta da Tevez e Vucinic“.

Su Lorenzo Insigne: “L’attaccante del Napoli è il giocatore più forte che ho allenato. Lorenzo ha delle qualità molto importanti e quest’anno può dimostrarle con continuità”.

Su Marco Verratti: “Contro il Marsiglia ha fatto una buona gara. Deve pensare a giocare senza farsi condizionare dall’arbitro. Sfrutta ancora poco il calcio lungo, dovrebbe variare di più le sue giocate“.

A 360 gradi: “Secondo me la Champions League la vince ancora il Bayern Monaco. Antonio Conte è l’allenatore che stimo di più. Palermo-Inter è la partita che ricordo con più piacere (l’incontro, datato 11 settembre 2011 e vinto 4-3 dal Palermo, ha segnato il debutto sulla panchina rosanero di Mangia; ndr). In Premier League vedo favorito il Manchester City, ma deve migliorare in fase difensiva. In Spagna, anche se tifo per Carlo Ancelotti, penso che vinca ancora il Barcellona. Il mio tridente ideale? E’ composto da Cavani, Messi e…Insigne“.

Sul Real Madrid: “Il Real ha bisogno di tempo per diventare squadra. Mi piace molto Alvaro Morata, nella finale dell’Europeo Under 21 mi ha impressionato. Penso che a breve le gerarchie nell’attacco del Real possano cambiare“.

Sull’Atletico Madrid: “Nell’Atletico c’è grande compattezza, merito soprattutto dell’allenatore (Diego Pablo Simeone; ndr). Diego Costa è un grande giocatore, il degno sostituto di Radamel Falcao“.

Photo Credits | Getty Images

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8 commenti su “Mangia, “La Roma gioca un buon calcio grazie a Garcia, ma è anche cinica. Florenzi sa sempre cosa fare in campo””

  1. W IL BOSONE!!

    GINEVRA – “Sarebbe un trauma” Peter Higgs aveva sempre detto del Nobel. Oggi, a 84 anni, lo scienziato timido che ha dato il suo nome a una particella cercata per quasi 50 anni e catturata finalmente un anno fa, quel “trauma” lo sta vivendo. La Commissione di Stoccolma ha deciso di assegnare il premio per la fisica a Peter Higgs e Francois Englert per Per i loro studi sul bosone, ribattezzato “la particella di Dio”. L’annuncio è stato dato dall’Accademia svedese delle scienze, in ritardo di oltre un’ora rispetto al previsto. I due scienziati sono stati premiati per “la scoperta teorica di un meccanismo che contribuisce alla nostra comprensione dell’origine della massa di particelle subatomiche”.

    “Il professor Higgs trascorrerà la giornata lontano da casa, in una località che non renderemo nota, e non rilascerà interviste”, ha spiegato alla vigilia Alan Walker, il suo stretto collaboratore dell’università di Edinburgo. Racconterà le sue emozioni in una conferenza stampa non prima di venerdì. Per François Englert invece l’università di Bruxelles aveva da giorni organizzato un ricevimento che doveva restare segreto, ma che ovviamente ha fallito nel suo scopo. Lo spumante era già in fresco da tempo (e la conferenza stampa convocata con discrezione) anche al Cern, il Centro europeo di ricerca nucleare di Ginevra dove il bosone di Higgs è stato effettivamente osservato. Dove cioè l’idea buttata giù da Higgs nel 1964 su un paio di pagine di parole ed equazioni è stata confermata da un mastodontico acceleratore di particelle: il Large Hadron Collider (Lhc).

    Di qualsiasi altra persona si direbbe che oggi staccherebbe il cellulare e spegnerebbe il computer. Ma lo scienziato meglio noto come un bosone di cellulari non ne possiede. “Gli è stato regalato un computer qualche anno fa – prosegue Walker – ma l’apprendimento non è stato semplice. Ora lo usa suo nipote”. Nella sua casa di Edinburgo non trova spazio nemmeno un televisore. “Il professor Higgs adora la musica classica e ha un vecchio impianto a valvole. L’arte in generale lo appassiona. Per scrivere usa ancora carta e penna. Seguire tutti i dettagli della fisica odierna per lui è diventato difficile, anche se ha più volte visitato il Cern ed è rimasto impressionato”. L’acceleratore di particelle più potente del mondo – 27 chilometri di diametro, la capacità di lanciare i protoni lungo una pista a scontro praticamente alla velocità della luce – aveva come suo primo compito quello di dimostrare nella realtà l’eventuale esistenza del bosone che Higgs aveva teorizzato grazie al suo ingegno e a una manciata di equazioni (con gli esperimenti il fisico inglese era sempre stato un disastro, e li aveva abbandonati ai tempi dell’università). Trovata l’ultima particella che ancora mancava all’appello fra i costituenti elementari della materia (l’annuncio della scoperta del bosone di Higgs è stato fatto al Cern il 4 luglio 2012), per il fisico timido che nel frattempo si era ritirato a vita privata si sono spalancate le porte del Nobel.

    La scelta del fisico di Edimburgo in realtà non è stata scevra da controversie. Alla sua scoperta Peter Higgs è infatti arrivato grazie a una serie di circostanze fortuite. Il suo studio iniziale, scritto nel luglio del 1964, fu infatti respinto dall’editore di Physics Letters, che per ironia della sorte lavorava proprio al Cern, e che consigliò a Higgs con disprezzo di inviare la ricerca a Il Nuovo Cimento, una rivista italiana non specializzata. Offeso ma non scoraggiato Higgs spedì lo studio alla rivista rivale: l’americana Physical Review Letters. Il giorno in cui l’articolo di Higgs arrivò per posta, nel settembre del 1964, la rivista aveva appena pubblicato uno studio molto simile dei due scienziati belgi François Englert e Robert Brout (morto nel 2011). I due ricercatori di Bruxelles avevano battuto Higgs sul tempo nel descrivere come mai le particelle elementari sono dotate di massa. Ma Higgs aveva nel frattempo aggiunto un paragrafo finale in cui completava tutto il ragionamento teorizzando l’esistenza di una nuova particella. Era nato il bosone di Higgs.

    “Poiché avevo scritto uno studio molto importante, secondo la gente avrei dovuto capire anche quel che è stato scoperto in seguito. Ma non è così. Quando si è trattato di comprendere gli studi di quelli venuti dopo di me, ho iniziato ad affondare” ha spiegato un giorno Higgs, che da allora ha lasciato il palcoscenico della fisica, svolgendo semplicemente il suo lavoro di professore all’università di Edinburgo. L’esistenza della sua particella – per la quale al momento non sono previste applicazioni pratiche – ci spiega però cosa è successo un attimo dopo il Big Bang. Quando la temperatura dell’universo si è abbassata e le particelle elementari hanno iniziato ad acquisire una massa. Anziché schizzare via alla velocità della luce, senza nessuna speranza di interagire fra loro, i mattoni fondamentali della materia hanno rallentato e per effetto della gravità hanno formato combinazioni

    via via più complesse. Fino a far nascere la Terra e gli esseri viventi.

    A proseguire il suo lavoro, andando a scoprire cosa c’è al di là della materia a noi conosciuta, oggi ci pensano nuove generazioni di fisici e un Cern che sta rinnovando i motori del suo acceleratore, per dotarlo di un’energia doppia rispetto a quella sprigionata finora. A Lhc lavorano in circa 10mila, di cui quasi un terzo italiani, coordinati dall’Istituto Nazionale di Fisica.

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  2. Uma pegunta… Quando Totti encerrar a carreira, na opiniao de voces, a MAGLIA 10, deveria ser retirada??

    Na minha opiniao, Sim!!

    Pois nao existira no mundo, um jogador simili ao Totti. TOTTI E UMA ESPECIE EM EXTINCAO!!!

    GRANDE CAPITANO!!!!

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  3. FLORENZI può seriamente diventare l erede di TOTTI , io l ho detto anche l anno scorso , è giovane quindi deve fare ancora esperienza ma la strada è giusta e poi deve mettere anche qualche chiletto in più ( 3/4 ) per far aumentare la massa muscolare…………potrebbe essere lui l erede del CAPITANO………..MAGARI 😉 così cell avemo in casa.

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