Ludovic Giuly: la sua storia..

La Roma ha ingaggiato dal Barcellona l’ala francese Ludovic Giuly. Motivazioni e integrita` fisica, saranno questi i due fattori che determineranno la riuscita o meno dell’operazione di mercato principale di quest’estate giallorossa. Giuly arriva dopo un triennio passato al Barcellona. Due anni da protagonista, uno, l’ultimo, vissuto in gran parte ai box, offuscato dall’inarrestabile ascesa di Lionel Messi. Il piccolo transalpino (e` alto solo 1,64, pesa 62 chilogrammi) si e` presentato nella Capitale con voglia incommensurabile. Se la fortuna, intesa come salute fisica, lo assistera`, Luciano Spalletti avra` trovato il trequartista ideale per il proprio 4-2-3-1.

La storia di Giuly inizia lontano. Ludovic nasce il 10 luglio del 1976 a Lione. Proprio con i locali fa il proprio esordio in Ligue 1 a diciotto anni (21 gennaio 1995 contro il Cannes). Resta con la squadra della propria citta`, nemmeno lontana parente dell’attuale Lione sei volte campione di Francia, per un altro triennio, poi, durante il mercato invernale del 1998, se lo assicura il Monaco, all’epoca tra le regine della Ligue 1, per la cifra record di 6.4 milioni di euro. Con i monegaschi il feeling nasce subito, nel 2000 arriva anche il titolo. Ma il meglio deve ancora venire. Il campionato di grazia e` il 2003/04, quando la squadra del Principato, con Didier Deschamps timoniere, centra la finale di Champions League. A portare il Monaco allo scontro finale con il Porto e` non solo l’esterno sinistro del Jerome Rothen, ma anche, e soprattutto, quello destro. Il guizzante Giuly che propizia l’eliminazione del Real Madrid nei quarti di finale con uno spettacolare gol di tacco. Sul piu` bello, pero`, l’incantesimo del ‘Petit prince de Monaco’ si infrange.

Nella finale di Gelsenkirchen il Monaco parte alla grande. Il Porto e` in netta difficolta`, ma ancor prima della fine del primo tempo, i muscoli di Giuly cedono. Deschamps e` costretto alla sostituzione, il giocatore perde l’Europeo, i monegaschi la Champions League. Per il transalpino e` una metafora della carriera: potenzialita` inversamente proporzionali alla statura, cosi` come la fragilita`. Il che si e` spesso tradotto in un mancato raggiungimento dei traguardi piu` ambiti. Traguardi che pero` sono divenuti di semplice accesso dall’estate 2004 in poi. Il Barcellona del nuovo presidente Joan Laporta pianifica la rinascita blaugrana, e Giuly e` uno dei colpi di mercato catalani, ingaggiato per 7 milioni di euro. Frank Rijkaard lo imposta come attaccante di destra nel tridente d’attacco composto anche da Ronaldinho e Samuel Eto’o. Se fino a poco prima era il ‘Piccolo principe’, ora i compagni lo ribattezzano ‘Freddy Mercury’, per una presunta somiglianza con il compianto cantante dei Queens. Nasce l’idillio. E sono quasi sfracelli.

Il Barcellona vince il campionato a mani basse, il francese diviene il secondo marcatore della squadra con 11 gol segnati nonostante i guai muscolari che mai gli concedono tregua. La stagione successiva parte da titolare, ma viene progressivamente accantonato per favorire la crescita del fenomeno Messi. Quando pero` l’argentino si infortuna, Giuly diviene fondamentale, come i tifosi milanisti ricorderanno. Nella semifinale di Champions League contro i rossoneri di Carlo Ancelotti, infatti, Ronaldinho inventa, e il francese segna il gol decisivo a San Siro, battendo Dida dopo un fulminante ‘taglio’ da destra a sinistra. Arriva un nuovo campionato, insieme alla prima ed unica Champions League in carriera, festeggiata a Parigi con un paio di baffi in onore all’uomo cui deve il nuovo soprannome. Ma Raymond Domenech decide di non convocarlo per i Mondiali del 2006, preferendogli non solo l’astro nascente Frank Ribery, ma anche Sidney Govou, convocato dopo l’infortunio occorso a Djibril Cisse`. Tra Giuly e il ct dei ‘galletti’ il feeling non nascera` mai, si dice soprattutto per ragioni extracalcistiche, al punto che il tecnico arrivera` a una sonora bocciatura: ‘Non c’e` bisogno che continui a giocare per la Francia, nel suo ruolo abbiamo giocatori piu` giovani e migliori alternative’. Un addio alla nazionale pieno di rammarico. Anche perche` la terza stagione al Barcellona e` tutta da cancellare. Rijkaard lo ‘vede’ sempre meno, i catalani non vincono nulla e per consolarsi acquistano un altro francese, Thierry Henry. E gli danno il benservito. Le offerte non mancano. Lo vogliono Celtic Glasgow, Manchester City, Newcastle United, Tottenham Hotspur e Lione. Ma Giuly sceglie Roma, la Roma e un triennale di 1,8 milioni di euro (3,2 incassati dal Barcellona).

Nelle prime amichevoli dei giallorossi e` stato subito uno dei migliori, dimostrando di potersi integrare alla perfezione nel modulo di Spalletti. Non solo da trequartista di destra, ma anche centrale. La qualita` non manca, la voglia, compresa quella di riscatto, abbonda, al punto che ‘Ludo’ ha gia` invitato i nuovi tifosi a scrivergli sfruttando il suo sito personale, dal quale spesso sceglie di comunicare con i fan. Se anche il fisico dimostrera` di reggere, la Roma si ritrovera` un giocatore fondamentale nell’arco di una stagione che si preannuncia lunga e stressante.

Fonte D.S.

Condividi l'articolo: