Adriano, oggi la decisione

Rassegna Stampa | GaSport| Oggi sarà il giorno decisivo per Adriano. Il brasiliano dirà finalmente cosa intende fare a gennaio, anche se ormai sembra sicuro che voglia rimanere a giocare nella Roma almeno fino al termine della stagione.

E se con una panciata ribaltasse il tavolo? Se tornasse sui suoi passi, per l’ennesima volta, novello re tentenna? Se, pressato dagli amici, confuso dal calore di Rio, ci ripensasse e, vinto dalla saudade, dicesse: «Torno». Anzi, giacché si trova da quelle parti, dovrebbe dire «resto». No, non è possibile, ha appena detto che «da Roma non mi muovo», le dichiarazioni inequivocabili delle ultime ore — le sue, quelle della mamma, del suo agente, di Ranieri — escludono ripensamenti, non fosse altro per la coerenza, anche se di coerenza in questi mesi ne hanno mostrata poca, tutti quanti, lui per primo. E infatti in Brasile insistono (pure sulle rotondità di Adri, fotografato mentre si tuffa in acqua pare con ciambella incorporata), danno ancora aperto il canale Roma-Corinthians, giurano che i due club potrebbe accordarsi sul prestito oneroso, almeno a Trigoria risparmierebbero sull’ingaggio. Ma non lo avevano tolto ufficialmente dal mercato, Ranieri e la Sensi? Adriano sì o Adriano no? Insomma, resta o torna? Oggi è il gran giorno, mezza città col fiato sospeso, mica per i cortei degli studenti. È lui, l’Imperatore l’uomo del giorno.

L’Adriano day vivrà il suo culmine a metà pomeriggio, tra le cinque e le sei (ora italiana), con l’attesa conferenza stampa da Rio de Janeiro, in cui darà (dovrebbe dare) un dispiacere ad un paese intero. «Cari amici brasiliani — dirà (dovrebbe dire) —, grazie dell’affetto, grazie delle proposte, vi voglio bene, ma la mia vita è a Roma, ho deciso». Quel colloquio Eppure, appena un paio di settimane fa, da questa città voleva scappare, così indicavano i ben informati, anche tra chi gli gira intorno quotidianamente. Triste, depresso, emarginato, mai in campo nonostante gli sforzi e — giurano — la buona condotta anche fuori dal campo. Il ritorno in Brasile (definitivo stavolta) stava diventando una certezza e, per i dirigenti della Roma, un’opportunità: avrebbero risparmiato qualche soldino, da dirottare magari al West Ham per prendere Behrami, finalmente. E poi, cosa è successo? Davvero ad Adriano è bastato un colloquio chiarificatore con la Sensi, in cui la presidente non avrebbe lesinato elogi e affettuosità? E il suo impiego contro il Milan come va visto, solo una scelta tecnico-tattica o un sostegno all’iniziativa presidenziale? Chi se li prende? Oggi Adriano dirà.

Non è con lui — giurano — che la Roma vuole fare cassa a gennaio. Ci sono altri giocatori (Antunes, Loria, Rosi, Okaka), soprattutto altri brasiliani: Cicinho e Julio Baptista. Ma il dubbio è lo stesso da mesi: chi lo vuole il piccolo Cicero? Chi se lo prende il golfista Baptista? Su Cicinho il silenzio è tale che Pradè avrebbe convenuto con Ranieri di rinunciare ad Aleandro Rosi, il quale in effetti ha voglia e bisogno di giocare. Su Baptista, invece, ci sono buone speranze, almeno per un prestito: potrebbero chiamarlo dalla Spagna (Malaga) o dall’Inghilterra (Aston Villa, West Bromwich) e lui, assicurano, stavolta risponderebbe. Doni merita un discorso a parte, pure a lui è tornata voglia di Roma. Julio Sergio è avvertito.

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