La Repubblica, per lo stadio la posa della prima pietra non arriverà  prima del 2019

La Repubblica, G. Vitale


Al netto delle pesanti criticità  rilevate in conferenza dei servizi, sono almeno tre le incognite che pesano sulla costruzione dello stadio giallorosso. Ormai sempre pi๠connotato come un gigantesco regalo ai privati, a scapito degli abitanti di Tor di Valle e dintorni. Rispetto alla delibera Caudo del 2014 é infatti sparito l’obbligo imposto a Eurnova di completare le opere pubbliche prima di inaugurare l’impianto. Significa che si potrà  fischiare il calcio di inizio senza che neppure una delle infrastrutture previste — dall’ampliamento della via del Mare al potenziamento della Roma-Lido — siano state realizzate. Col rischio di avere sa lo stadio, ma non le strade, i parcheggi e i binari per arrivarci in treno. Per non parlare del Ponte di Traiano: ancora non si sa nà© quando nà© come verrà  finanziato, nonostante l’impegno del governo. Mentre già  si sa non basteranno i 45 milioni per la ferrovia: soldi tra l’altro dei cittadini, non dei privati, trattandosi degli oneri di costruzione che avrebbe dovuto incassare il Comune. Ma il vero rebus sono i tempi. Ieri ai microfoni di Radio Radio il dg della Roma Mauro Baldissoni l’ha fatta facile: «Adesso ci saranno dei passaggi amministrativi in Campidoglio, poi un nuovo passaggio in giunta regionale, che fornirà  la certificazione definitiva per la costruzione. Tutto ciಠavverrà  nelle prossime settimane. Nel frattempo, potranno cominciare i lavori di pulizia del sito. L’obiettivo é avviare i cantieri a fine aprile, inizio maggio. Dureranno dai 26 ai 28 mesi: potremmo farcela per la stagione 2020-21».

Un cronoprogramma tuttavia difficile da rispettare. L’iter, che potrebbe essere complicato dalle imminenti elezioni regionali, é molto pi๠complesso. Una volta che il verbale della conferenza di servizi verrà  sottoscritto da tutti i rappresentanti unici (Comune, Regione e Stato), dovrà  infatti tornare in Regione per la stesura di una determina da trasmettere al Campidoglio. Tale atto, che vale come adozione di variante urbanistica, dovrà  essere pubblicato e restare per 30 giorni a disposizione dei cittadini. Al termine, il Comune avrà  altri 30 giorni per raccogliere le osservazioni (e sono già  due mesi). Dopodichà© dovrà  presentare le controdeduzioni e portare la proposta di variante in giunta. Dove, se tutto va bene, sarà  varata — insieme alla convenzione urbanistica che regola il rapporto Campidoglio-Eurnova — a marzo. La deliberà  dovrà  quindi essere inviata ai municipi e alle commissioni capitoline, dove verrà  votata, per poi approdare in aula Giulio Cesare per il suo ok. Ma non é ancora tutto. Gli atti dovranno ritornare in Regione per la ratifica finale, che costituisce rilascio del titolo autorizzativo. Solo allora potranno partire le gare. All’esito delle quali, aprire i cantieri. Se non ci saranno intoppi, la posa della prima pietra arriverà  non prima del 2019.

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