Spalletti: “Nel calcio non ci sono razze ma solo un pallone”

Rassegna Stampa Forza-Roma.com – Il Messaggero, S. Carina – Sornione e tranquillo. Alla vigilia del derby, Spalletti appare padrone della situazione, pi๠di altre volte nel recente passato. In alcuni momenti dà  quasi la sensazione di voler dire qualcosa, per poi tornare indietro sui suoi passi e non svelare nulla all’esterno: «No, non dico nulla, ho l’1% in mano in pi๠sulle scelte e me lo tengo». Come spesso gli capita quando é in vena, il tecnico gioca con gli sguardi e le parole: «Salah non c’é nel derby e nella prossima…». Poi una pausa e un sorriso malizioso, quasi a voler lasciar sospesa una flebile speranza di averlo disponibile contro la Juventus.

«Bisogna dire subito che Inzaghi é stato bravo con i suoi ragazzi a creare un derby di alta classifica. Perಠi miei calciatori hanno le qualità  per vincere e il derby é speciale ma si vince come le partite normali. Non é come quando giochi contro il Real Madrid e cerchi l’eccellenza in pi๠cose per vincere la partita. In questa gara qui c’é da cercare di essere noi stessi il pi๠possibile. La partita é sicuramente difficile, loro stanno bene, stanno facendo un buon calcio, perಠla Roma ha le carte in regola per portare a casa il risultato senza far sa che l’addizione dei calciatori metta un’altra addizione di quello che devono fare individualmente per poterlo vincere». Traduzione dallo spallettese: se giochiamo da Roma, la partita la vinciamo.

Ancora non ha visto i 500 tifosi che a metà  pomeriggio entreranno a Trigoria per caricare la squadra con cori e colori, avvolti da uno striscione (Lontana dagli occhi ma non dal cuore, voi per i tre punti, noi per l’onore) che la dice lunga sulla passione strozzata della gente. Eppure Spalletti conosce bene la realtà  nella quale si trova e dove ha accettato di voler tornare a lavorare: «La romanità  é uno stile di vita, un modo di salutarsi, di guardarsi, di incontrarsi e di allenarsi. Ce lo sentiamo addosso per tutta la settimana, non servono conferme. Il fatto di avere questa seconda pelle, che sia vicina o distante, lo percepisci lo stesso. Fa lo stesso rumore che essere allo stadio, ci sentiamo tutto quel peso dell’importanza che ha il giocare o il far parte della Roma. Una cosa é certa, si tratta del derby della città  eterna e finchà© ci sarà  il Colosseo, ci sarà  la Roma e quindi questa partita. Loro favoriti? Ci fa piacere, sarà  uno stimolo in pià¹Â». A proposito dei romani e del loro rapporto con la stracittadina, aggiunge: «Se si mantiene la lucidità  é un vantaggio, se si gioca invece il derby tutta la settimana si rischia di andare in over».

Si é molto discusso della frase del tifoso laziale che, per incitare la squadra a Formello, ha parlato di «guerra etnica». Lucio non lo menziona, ma s’intuisce che le sue parole vanno a colpire proprio la: «In questa settimana ho visto molti video su YouTube. Per come sono fatto, il pensiero va subito al video di Allan dello Chapecoense, quando prima di andare a giocare la finale dei suoi sogni é la che sorride con i compagni. Insieme trasferiscono questa gioia di giocare una partita che mai si sarebbero immaginati di disputare. Quella é un’immagine che mi resta pi๠impressa, altre passano pi๠velocemente. Visto che l’obiettivo di tutti é andare a togliere le barriere, mi chiedo se certi discorsi che ho sentito siano la strada giusta. Ripeto, se penso a cose che mi motivano io penso ai video dello Chapecoense, quella é l’immagine che mi rimane pi๠impressa. Anche perchà© nel calcio non ci sono razze. C’é solo un pallone». Sipario.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento