Stadio della Roma, la Regione chiede al Comune le integrazioni mancanti

Rassegna Stampa Forza-Roma.com – Gazzetta dello Sport, A. Catapano – All’ora di cena, al termine di un crescendo incredibile, lo Stadio della Roma diventa un dettaglio, ampiamente superato dallo scontro politico che intorno al dossier Tor di Valle si scatena tra Comune e Regione. Ci voleva il progetto di Parnasi e Pallotta a provocare, loro malgrado, il primo incidente tra Giunte M5S e Pd. Basta una frase, raggelante, della nota che in serata filtra dal Campidoglio, a chiarire l’entità dello scontro: «Ci auguriamo e vogliamo sperare che la Regione Lazio non si metta di traverso, sarebbe molto grave. L’iter del progetto deve andare avanti». Il che, detto da una Giunta che ha indugiato a lungo prima di inviare la pratica a via della Pisana, suona paradossale.

QUALCOSA NON VA – Com’è noto, ieri mattina, a 92 giorni dalla consegna, che avvenne il 30 maggio, il Comune invia in Regione il mega dossier-stadio, che dovrebbe contenere tutte le integrazioni richieste dal Campidoglio ormai un anno fa. Almeno così giurano i proponenti («Nessuna mancanza di rilievo, ci sono tutti gli elementi perché vada in Regione», dicono da tre mesi) e così, in effetti, ha confermato in più di un’occasione il neo assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, pur se ideologicamente contrario al progetto («Mi dicono che il dossier risponda ai criteri richiesti»). Ma bastano pochi minuti e si capisce che qualcosa non va. La Regione, infatti, fa subito sapere che «nella nota di presentazione del progetto trasmesso manca l’espressione del parere di conformità alla delibera votata dal Consiglio comunale con la quale si dichiarava la pubblica utilità dell’opera» mentre «… si evidenzia esclusivamente il permanere di alcune carenze di documenti/elaborati (legate, pare, a viabilità, trasporti e parcheggi, ndr )». Dunque, secondo la Regione, il progetto non è conforme e presenta ancora delle lacune. Possibile? «Il parere non è vincolante all’apertura della Conferenza dei servizi», precisano dal Campidoglio. «E le presunte lacune, nel caso, sono proprio materia della Conferenza», assicurano i proponenti, che ormai fanno fatica a mantenere un profilo politically correct (anche ieri, pubblicamente, Parnasi e Pallotta hanno espresso «soddisfazione per l’invio del progetto»). Sarà, ma la Regione insiste: «Il Campidoglio sbaglia – fanno sapere da via della Pisana –. La conformità alla delibera di pubblica utilità è vincolante per l’apertura della Conferenza. Per tre mesi abbiamo aspettato solo questo parere, con cui il Comune deve dirci se il progetto ha tenuto conto delle prescrizioni chieste dal Consiglio comunale che avrebbero inficiato la pubblica utilità». Un parere che a fine giornata Campidoglio e proponenti, incredibilmente sulla stessa posizione, definiscono «pleonastico, perché se il progetto non fosse stato conforme non sarebbe proprio stato inviato ». Siamo sicuri? Zingaretti ha qualche dubbio e nel frattempo non vuole assumersi responsabilità che non gli competono. Perciò la Regione tra cinque giorni, se non sarà arrivato il parere, tornerà alla carica. E la palla, a quel punto, tornerà al Comune. Una domanda: quanto durerà questo balletto?

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